Assistente alla comunicazione e interprete LIS: quali differenze?

A sinistra un interprete LIS sul palco assieme ad un relatore. A sinistra un assistenza alla comunicazione in una classe scolastica.

Spesso confusi, l'assistente alla comunicazione e l'interprete di lingua dei segni italiana (LIS) sono in realtà due figure professionali con ruoli e compiti ben distinti. Entrambi operano nel mondo della sordità e lavorano a stretto contatto con le persone sorde, ma le loro mansioni e i contesti in cui operano sono differenti. Scopriamo insieme le caratteristiche di ciascuna professione.

A sinistra un'assistente alla comunicazione che comunica con un bambino. A destra un assistente alla comunicazione che traduce quanto detto dalla maestra in classe.

Prevista dall'articolo 13 della legge 104/1992, la figura dell'assistente alla comunicazione si è diffusa in Italia a partire dalla seconda metà degli anni '90. Questo professionista opera principalmente nelle scuole di ogni ordine e grado, supportando gli studenti con disabilità sensoriale. L'assistente alla comunicazione agisce come mediatore della comunicazione solitamente in ambito scolastico, facilitando l'apprendimento e l'inclusione sociale dell'alunno sordo. Abbatte le barriere comunicative e offre pari opportunità, consentendo allo studente di esprimere appieno il proprio potenziale.
Può utilizzare la LIS per rendere accessibili i contenuti didattici in base alle necessità, e collabora strettamente con docenti curricolari, docenti di sostegno e assistenti educatori.

Richiesto dalla famiglia e gestito da enti locali differenti da regione a regione. L'assistente alla comunicazione non ha ancora un profilo professionale unitario a livello nazionale, con differenze regionali anche in termini di formazione e monte ore.

A sinistra un interprete LIS che sta traducendo su un palco accanto al relatore. A sinistra un interprete LIS che traduce durante una visita museale.

L'interprete di LIS è, invece, un professionista specializzato nell'interpretazione dalla LIS all’italiano e viceversa. Ha una formazione e un titolo di studio specifici, possiede competenze linguistiche e culturali approfondite, ed è in grado di trasporre messaggi tra la lingua vocale e la lingua dei segni in maniera simultanea. Trasferisce non solo il significato corretto e completo come l’interlocutore desidera fornire, ma anche riesce a trasferire tutti quegli elementi del linguaggio paraverbale di cui sono ricche le conversazioni.

Svolge servizi di interpretariato in diversi contesti comunicativi, trasportando il messaggio dal canale acustico-vocale della lingua vocale al canale visivo-gestuale della LIS. Può operare in svariati contesti: da quelli privati come un colloquio medico o legale, a quelli pubblici come conferenze e seminari, fino ad arrivare ad eventi di vario genere, come eventi sportivi o spettacoli teatrali. La normativa di riferimento è la legge 4/2013 e il Decreto Sostegni (art. 34-ter), che riconosce l'interprete LIS come professione specializzata.

Nonostante le differenze, entrambe le figure professionali condividono un obiettivo fondamentale: favorire l'accessibilità e l'inclusione delle persone sorde. Entrambi i professionisti sono indispensabili per abbattere le barriere della comunicazione.

Articolo a cura di Jessica Bennato, 
interprete VEASYT italiano-LIS

Guarda la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) del seguente articolo a cura dell'interprete VEASYT Jessica Bennato:

Riferimenti bibliografici:

- Una didattica innovativa per l’apprendente sordo (Maragna S., Roccaforte M., Tomasuolo E., FrancoAngeli 2013)
- Comprendere la sordità (Bosco E., Carocci Faber 2013)
- L’assistente alla comunicazione per l’alunno sordo (Bosi R., Maragna S., Tomassini R., FrancoAngeli 2007)
- Manuale dell’interprete della Lingua dei Segni Italiana (Franchi M.L., Maragna S., FrancoAngeli 2016)

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